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Ogni giorno una donna si sveglia e sceglie di dividersi tra lavoro, figli e genitori anziani ingestibili. O meglio: ogni giorno una donna si sveglia e sa che dovrà dividersi tra impegni professionali, accudimento dei figli e cura dei genitori anziani. A volte si pensa sia scontato, che se ami qualcuno devi necessariamente esserci. Il che è abbastanza automatico da pensare, un po’ meno da attuare a causa di ragioni pratiche.
Il fatto che la società contemporanea ritenga che la donna debba essere multitasking e che, anzi, sia capacissima di riuscirci – essendo detentrice di questo superpotere- spesso non lascia grandi margini di scelta. Il tutto, cercando un equilibrio spesso instabile tra il proprio ruolo di lavoratrice, madre e figlia.
Compatibilmente con l’organizzazione del quotidiano tra call, brainstorming, presenza in ufficio, smart working, pappe, pranzetti, lezione di pianoforte per il piccolo, lezione di inglese per la bambina, calcetto, palestra e sostegno ai genitori anziani, a volte, rimane persino tempo per la vita di coppia. A volte ci si può arrogare tale diritto.
L’8 marzo può essere un’occasione di riflessione sul ruolo della donna oggi. Non cinquant’anni fa, non l’altro ieri, ma proprio oggi, qui ed ora. Dopo la pandemia, alla luce dell’impegno profuso per riuscire a gestire una pluralità di situazioni senza che nessuno rimanga scontento. Una donna può sentirsi molto sola. E può non mostrarlo mai.
Ciò che caratterizza tante donne è la capacità di farcela anche quando non ce la si fa. Di rialzarsi e andare avanti come se nulla fosse.
L’amore per i figli e per i genitori anziani va ben oltre la stanchezza e spesso ci si relega in fondo alle priorità del quotidiano. Ma è possibile gestire la quotidianità senza mettersi da parte. Perché se non ci si ama, non ci si rispetta e non ci si cura, non lo si potrà fare con il prossimo.
Quando una donna si ritrova nella situazione di dover assistere i genitori anziani, il livello di difficoltà sale vertiginosamente. Accudire un figlio è naturale, meno naturale è invertire il ruolo e restituire cura a chi ci ha donato la vita. Lo si fa con amore e dedizione, ma il gesto non gode di quella stessa naturalezza, di quella immediatezza che ci induce a coccolare, sostenere, curare e seguire i nostri figli.
Garantire case sicure per gli anziani
Un aspetto molto importante nella gestione del quotidiano da parte di chi si prende cura dei genitori anziani, è mettere in sicurezza la propria casa. Le residenze per anziani devono essere pensate per convivere con persone non autosufficienti e che devono vivere il quotidiano nella maniera più comoda e agevole possibile. Bisogna fare attenzione a spigoli, pavimentazione, scale e individuare eventuali riparazioni da fare per poter vivere in serenità ogni giorno. Si può ponderare anche la realizzazione di un montascale, solo per fare un esempio.
Tutto questo necessita anche di supporto, sostegno, aiuto. Un aiuto che non bisogna mai aver paura di chiedere. In primis a chi vive insieme a noi e poi anche ad altri parenti o a persone in grado di fornire assistenza professionale esterna.
Chiedi sostegni economici e sussidi
Esiste un sostegno economico per supportare gli anziani che non deambulano, disabili o comunque non autosufficienti sottoposti alla cura di familiari. Questo sussidio si chiama assegno di cura, ammonta a 200 € e può essere richiesto anche anche nel caso di aiuto fornito da parte di personale esterno in grado di fornire assistenza. Ogni singola regione stabilisce i requisiti per accedere al sussidio e il limite di ISEE da non superare per fruire dell'assegno e 34.000 € annui. Chi assiste un genitore con la legge 104 può ottenere il bonus caregiver effettuando l'apposita domanda attraverso il portale INPS.
Generazione sandwich: dati a confronto
L’immagine che fin qui abbiamo cercato di trasmettere è quella della “donna- sandwich”, tra due famiglie: quella originaria e quella che ha costruito da adulta, insieme al partner. Più che divisa, si ritrova un po’ schiacciata, proprio come dentro un sandwich. Non si parla allo stesso modo dell’uomo-sandwich, nonostante tantissimi uomini siano caregiver e si prendano cura dei genitori anziani con lo stesso amore con cui lo fanno tante donne. Esiste però la locuzione “generazione sandwich”, in qualche modo è in questo concetto che viene ricompresa quella categoria di uomini dediti alla cura degli anziani. Sono 15 milioni (ISTAT) in Italia e fanno silenziosamente tutto il possibile per accudire i propri cari anziani.
Un altro dato certo è questo: i lavoratori di 40 e 50 anni che si assumano il compito di accudire sia figli e sia almeno un genitore anziano, soffrono di livelli di stress molto più alti. Non è una categoria da sottovalutare o tenere ai margini. In primo luogo, perché nessuno dovrebbe essere dimenticato in un angolo; in seconda battuta, perché spesso questi lavoratori sono donne, con un ruolo professionale, sociale e familiare decisivo. Le più schiacciate dal sandwich però sono loro: le donne tra i 55 e i 65 anni, che corrono qua e là per assecondare le esigenze di tutti.
Genitori anziani: un libro dedicato alla loro cura
A queste donne, in particolare, e a tutti quelli che si trovano impreparati a gestire le prime problematiche con i genitori alla soglia della terza età, è rivolto il manuale scritto con cura e dedizione da Antonella Brugnola e Claudia Campisi dal titolo “Genitori anziani, che fare?”.
Un lavoro che serve ad alleggerire un altro mestiere, grande, silenzioso e nobile, quello svolto da donne, mamme e nonne per restituire amore ai propri genitori anziani.
All’interno di questo testo, potrete trovare rifugio, ma soprattutto aiuto, per capire come gestire concretamente ogni situazione in casa con i propri cari. Il 18 marzo alle 18.30 le autrici saranno presso la sala Ex Antiquarium, al Comune di Terrasini (Piazza Falcone e Borsellino), per chi volesse incontrarle e scoprire di più sul loro nuovo libro. Buona lettura.
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