- Antonio Laudazi
- Mondi e Culture
- 0 commenti
Tecnologie immersive, realtà aumentata, virtuale, estesa: pare che qualcosa stia cambiando nel modo in cui possiamo fruire di contenuti digitali. Lo smartphone, che da contenitore diventa un filtro per interrogare direttamente i luoghi e gli oggetti, e poi i paradisi e le cattedrali virtuali, che attraverso un visore ci avvicinano all’utopia di camminare da svegli nei nostri sogni.
Che cos’è tutto questo e dove ci può portare?
Difficile prevederlo, ma di certo ci siamo in mezzo, nel momento in cui accade. Queste tecnologie, con le loro implicazioni etiche, sociologiche, psicologiche e filosofiche, ci stanno dicendo che esistono infiniti mondi paralleli al nostro e che possiamo iniziare a programmarli.
In questi mondi, aumentati e virtuali, possiamo fare delle cose che superano i confini dello spazio e del tempo. Sta a noi decidere come utilizzarli, in qualunque settore.
Nel giro di un lustro abbiamo iniziato a parlare di opportunità che hanno dello straordinario: operazioni chirurgiche in remoto, training industriale virtuale, nuovi modelli educativi, spazi di lavoro dematerializzati e condivisi, esperienze per indurre stati alterati di coscienza, nuove modalità di salvaguardia e rappresentazione del patrimonio artistico e culturale, film immersivi da vedere come se fossimo sul set.
Per non parlare di social network e videogiochi sempre più esperienziali, apparentemente poco utili alla società e al miglioramento dell’uomo, ma di certo uno dei mercati trainanti dell’intero settore.
Per le aziende, tutto ciò rappresenta un nuovo spazio (anzi, un moltiplicarsi degli spazi) nel quale costruire prodotti, servizi e strategie.
Per le persone, in alcuni casi è un’evoluzione del rapporto con la “macchina”, in altri, è una bacchetta magica che può aiutarci a soddisfare vecchi e nuovi bisogni.
Certo, si deve fare attenzione a indirizzare il più possibile gli sforzi verso applicazioni utili e virtuose. Se un grande potere implica grandi responsabilità, oggi ci troviamo di fronte a una sfida più grande delle magnifiche tecnologie che sviluppiamo a gran velocità: saperle utilizzare con saggezza e consapevolezza.
Il confine tra l’uomo “digitale” e le macchine che lo abilitano a superare i propri limiti biologici è sempre più sfumato. C’è una distanza quasi impalpabile tra le nostre mani e gli strumenti che afferriamo, tra il nostro corpo e gli oggetti tech che indossiamo, tra le nostre menti e le intelligenze artificiali che programmiamo.
In questo contesto le tecnologie immersive rappresentano uno dei grandi temi del terzo millennio. Conoscerle può quindi costituire una competenza preziosa per studenti e professionisti che vogliano lavorare nella trasformazione digitale, per manager e imprenditori che sentano il bisogno di fare un passo avanti e per comuni cittadini che vogliano comprendere la direzione nel quale il mondo si sta muovendo.
Niente sarà più come prima parla di tutto questo e molto altro ed è il primo volume di una lunga serie appartenente a una nuova collana, un nuovo progetto, chiamato Accadde Domani.
La collana si concentra su temi ben precisi: innovazione, futuro, tecnologia, attualità, trattati con un linguaggio informale e alla portata di tutti.
Dal 14 novembre in tutte le librerie, scopri la realtà virtuale aumentata come non l'hai mai letta!
Commenti (0)
Aggiungi nuovo commento