Il tuo carrello
Non ci sono più articoli nel tuo carrello
- Daniele
- Mondi e Culture
- 0 commenti
Chi non ha mai fatto una partita a "Cluedo", "Risiko!" o "Monopoli"? Dopo quelli tradizionali con o senza carte, sono questi i giochi da tavolo più diffusi in tutto il mondo. Ma quello del cosiddetto "gioco intelligente" è un panorama composito e scavando un po', per esempio nelle principali community online di settore, si scopre che non c'è argomento, non c'è epoca storica (reale o di fantasia) o simulazione che non sia stata affrontata dai designer, come vengono chiamati gli autori di boardgame.
Poiché l'attualità non fa certo eccezione, esistono centinaia di giochi a tema economico/industriale in cui ci si cala nei panni di potenti imprenditori che devono aumentare le proprie ricchezze, o palazzinari con pochi scrupoli che devono riversare cemento in città sempre più grandi, oppure esperti gestionali alle prese con metodi per ottimizzare la produzione delle risorse. Naturalmente un tema particolarmente caldo è quello legato all'energia, sia nelle più convenzionali forme legate al petrolio (l'oro nero è pur sempre il motore della nostra civiltà moderna), sia nelle ultime scoperte nel campo delle fonti rinnovabili, dall'eolico al solare.
Se in "Monopoli" è celebre la casella della Società elettrica, tra quelle dei lussuosi Parco della Vittoria e Viale dei Giardini, i meno abbienti Vicolo Stretto e Vicolo Corto e le stazioni disseminate nei quattro punti cardinali, altri giochi prevedono invece l'energia come materia prima fondamentale nei processi di produzione: è il caso di "Manager", un famoso gioco tedesco di cui esiste anche una versione italiana dei primi anni novanta, pubblicata da Editrice Giochi e sponsorizzata dal periodico Capital di Class, dato che comprendeva alcune aziende protagoniste dell'industria italiana, conferendo all'esperienza di gioco un certo grado di realismo.
Il più gettonato di tutti, attualmente, è di sicuro "Alta tensione", il capolavoro del geniale ed eccentrico autore tedesco Friedemann Friese. In "Alta tensione", conosciuto anche col nome inglese di "Power Grid", i giocatori devono assicurare il rifornimento di energia elettrica alle città presenti sul tabellone (nella versione base si può ambientare la partita in Germania o negli Stati Uniti), costruendo allo scopo centrali che sono di volta in volta alimentate da combustibili diversi oppure - man mano che il gioco prosegue - totalmente ecologiche, a rappresentare idealmente anche un progresso nella tecnologia.
Molti giocatori amano particolarmente "Alta tensione" per la sua complessità strategica e la versatilità. Il successo ha consentito all'autore di sviluppare delle espansioni che consistono in mappe di altri paesi, ciascuna con le sue peculiarità, e che garantiscono ancora maggiore longevità al gioco: se giocate con la mappa dell'Italia, per esempio, dovrete fare i conti con problemi logistici e alti costi delle risorse. In Cina, invece, cambiano le regole del mercato. Da "Alta tensione" sono derivati anche degli "spin off", il più famoso dei quali è "Fabrik Manager", gioco di gestione aziendale in cui la componente energetica è solo una delle variabili in campo.
Sempre in campo internazionale, i più ferrati conosceranno forse "Giganten", incentrato anch'esso sul petrolio e ambientato in Texas, pur se firmato da un tedesco (i quali, nel settore, la fanno dei padroni come e forse più degli americani): come da copione, si impersonano dei magnati che provano a scoprire nuovi pozzi per poi rivendere il prodotto al miglior offerente. E "Petropolis", che ha ormai qualche anno sulle spalle (prima edizione datata 1976) e il cui nome è già abbastanza esplicativo. Molte altre pubblicazioni sono appannaggio del mercato straniero, che in tanti paesi è decisamente più florido e ricettivo di quello italiano, e restano oggetto da collezione o per pochi eletti: si parla di titoli come "Crude: The Oil Game" e "Oil: The Great Adventure".
E in Italia? Un tentativo di fare un gioco a tematica prettamente energetico/industriale è stato fatto da Spartaco Albertarelli, uno degli autori italiani più famosi, main designer della Editrice Giochi e sviluppatore per il nostro paese delle varie versioni di "Risiko!". Albertarelli anni fa ha dato alle stampe "Petropoli", un gestionale che al suo interno prevede l'importazione e la vendita tra paesi di barili di greggio, ma comprende anche la possibilità di costruire centrali per la produzione di energia pulita, fotovoltaiche o eoliche.
Purtroppo "Petropoli" non ha incontrato particolarmente il favore degli appassionati, che in Italia non sono tantissimi ma sono decisamente "agguerriti" e spesso molto preparati. Altro prodotto italiano della Editrice Giochi in tema è il datato e misconosciuto "Oro nero" del '75.
Infine, citiamo un progetto interessante orientato più verso il mercato delle famiglie e dei ragazzi, finora realizzato solo in forma di prototipo: "Energy Empire" è un gioco educativo nato come progetto finale di un master sulle energie rinnovabili. Scopo del gioco è far sì che le fonti di energia "pulita" sostituiscano gradualmente le fonti fossili.
Poiché l'attualità non fa certo eccezione, esistono centinaia di giochi a tema economico/industriale in cui ci si cala nei panni di potenti imprenditori che devono aumentare le proprie ricchezze, o palazzinari con pochi scrupoli che devono riversare cemento in città sempre più grandi, oppure esperti gestionali alle prese con metodi per ottimizzare la produzione delle risorse. Naturalmente un tema particolarmente caldo è quello legato all'energia, sia nelle più convenzionali forme legate al petrolio (l'oro nero è pur sempre il motore della nostra civiltà moderna), sia nelle ultime scoperte nel campo delle fonti rinnovabili, dall'eolico al solare.
Se in "Monopoli" è celebre la casella della Società elettrica, tra quelle dei lussuosi Parco della Vittoria e Viale dei Giardini, i meno abbienti Vicolo Stretto e Vicolo Corto e le stazioni disseminate nei quattro punti cardinali, altri giochi prevedono invece l'energia come materia prima fondamentale nei processi di produzione: è il caso di "Manager", un famoso gioco tedesco di cui esiste anche una versione italiana dei primi anni novanta, pubblicata da Editrice Giochi e sponsorizzata dal periodico Capital di Class, dato che comprendeva alcune aziende protagoniste dell'industria italiana, conferendo all'esperienza di gioco un certo grado di realismo.
Il più gettonato di tutti, attualmente, è di sicuro "Alta tensione", il capolavoro del geniale ed eccentrico autore tedesco Friedemann Friese. In "Alta tensione", conosciuto anche col nome inglese di "Power Grid", i giocatori devono assicurare il rifornimento di energia elettrica alle città presenti sul tabellone (nella versione base si può ambientare la partita in Germania o negli Stati Uniti), costruendo allo scopo centrali che sono di volta in volta alimentate da combustibili diversi oppure - man mano che il gioco prosegue - totalmente ecologiche, a rappresentare idealmente anche un progresso nella tecnologia.
Molti giocatori amano particolarmente "Alta tensione" per la sua complessità strategica e la versatilità. Il successo ha consentito all'autore di sviluppare delle espansioni che consistono in mappe di altri paesi, ciascuna con le sue peculiarità, e che garantiscono ancora maggiore longevità al gioco: se giocate con la mappa dell'Italia, per esempio, dovrete fare i conti con problemi logistici e alti costi delle risorse. In Cina, invece, cambiano le regole del mercato. Da "Alta tensione" sono derivati anche degli "spin off", il più famoso dei quali è "Fabrik Manager", gioco di gestione aziendale in cui la componente energetica è solo una delle variabili in campo.
Sempre in campo internazionale, i più ferrati conosceranno forse "Giganten", incentrato anch'esso sul petrolio e ambientato in Texas, pur se firmato da un tedesco (i quali, nel settore, la fanno dei padroni come e forse più degli americani): come da copione, si impersonano dei magnati che provano a scoprire nuovi pozzi per poi rivendere il prodotto al miglior offerente. E "Petropolis", che ha ormai qualche anno sulle spalle (prima edizione datata 1976) e il cui nome è già abbastanza esplicativo. Molte altre pubblicazioni sono appannaggio del mercato straniero, che in tanti paesi è decisamente più florido e ricettivo di quello italiano, e restano oggetto da collezione o per pochi eletti: si parla di titoli come "Crude: The Oil Game" e "Oil: The Great Adventure".
E in Italia? Un tentativo di fare un gioco a tematica prettamente energetico/industriale è stato fatto da Spartaco Albertarelli, uno degli autori italiani più famosi, main designer della Editrice Giochi e sviluppatore per il nostro paese delle varie versioni di "Risiko!". Albertarelli anni fa ha dato alle stampe "Petropoli", un gestionale che al suo interno prevede l'importazione e la vendita tra paesi di barili di greggio, ma comprende anche la possibilità di costruire centrali per la produzione di energia pulita, fotovoltaiche o eoliche.
Purtroppo "Petropoli" non ha incontrato particolarmente il favore degli appassionati, che in Italia non sono tantissimi ma sono decisamente "agguerriti" e spesso molto preparati. Altro prodotto italiano della Editrice Giochi in tema è il datato e misconosciuto "Oro nero" del '75.
Infine, citiamo un progetto interessante orientato più verso il mercato delle famiglie e dei ragazzi, finora realizzato solo in forma di prototipo: "Energy Empire" è un gioco educativo nato come progetto finale di un master sulle energie rinnovabili. Scopo del gioco è far sì che le fonti di energia "pulita" sostituiscano gradualmente le fonti fossili.
Commenti (0)
Aggiungi nuovo commento