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Tra le tante risorse e procedure operative per l'esecuzione delle opere previste dal PNRR (il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) si è stabilito che 5,2 miliardi finanzieranno l’edilizia scolastica e l’istruzione, con un 49% di risorse destinate al Mezzogiorno per ridurre le differenze esistenti tra il nord e il sud del paese.
Quali sono oggi i principali bisogni in materia di edilizia scolastica? E qual è la condizione degli edifici che ospitano le nostre scuole pubbliche?
Come stanno le cose: finanziamenti previsti
Lo stato dell’arte non è dei migliori, dato che dei 5 miliardi, ben 3,9 sono destinati alla riqualificazione del patrimonio edilizio, mentre 0,8 miliardi finanzieranno la costruzione di nuove scuole.
Servono strutture adeguate e antisismiche
Pur essendo consapevoli dello stato in cui versano le nostre scuole è sempre un duro colpo constatare le reali condizioni in cui si trova il patrimonio di edilizia scolastica del nostro paese. Le scuole dovrebbero essere luoghi sicuri, il secondo posto in assoluto dove bambini e ragazzi passano la maggior parte del loro tempo fuori dalle proprie abitazioni. Eppure, la sicurezza non è certo il solo nodo della questione. Si assiste a edifici carenti sotto molti profili, pieni di ostacoli, senza riscaldamenti e inefficienze di varia natura.
Sicurezza, adeguatezza strutturale e progettazione antisismica sono obiettivi imprescindibili per poter garantire edifici a norma e capaci di offrire un’esperienza didattica di qualità. L’attuale dotazione infrastrutturale scolastica può essere indagata in relazione a quattro macro-aree fondamentali:
1. Inadeguatezza energetica
3. Barriere architettoniche
4. Riscaldamento
Alla luce di questi quattro punti cardine, l’ultimo studio di CDP Think tank mostra che, in media, gli edifici scolastici possiedono una di queste criticità elencate, con un 15% portatore di carenze in almeno due punti su quattro. I principali aspetti critici riguardano il sud del paese, per via della assenza di accorgimenti legati alla riduzione dei consumi energetici.
A titolo esemplificativo -fa notare il brief- solo in Calabria e Sicilia ci sono 32 edifici scolastici con carenze strutturali in tutte e quattro le dimensioni.
L’inadeguatezza energetica, in particolare, è un grosso problema del Mezzogiorno, con edifici provvisti di impianti vecchi e inquinanti.
Rilevante anche l’inadeguatezza della progettazione antisismica con il 70% degli edifici sul territorio nazionale ubicati in zone a rischio sismico. Solo il 16,8% è stato progettato o adeguato alla normativa. Si tratta di un dato abbastanza allarmante su cui riflettere a fondo. Cosa si è sbagliato fino ad oggi e quali saranno gli interventi futuri?
Le scuole del futuro non possono contare su progetti desueti
Nonostante quanto fatto fino ad oggi, c’è ancora tanto da migliorare e, a tal fine, sono presenti aree di intervento da tenere fortemente in considerazione.
Un punto focale su cui concentrarsi è anche quello legato al miglioramento della capacità di spesa degli investimenti, spesso stanziati, finalizzati a uno specifico uso, ma poi mai spesi. Che fine fanno? E perché in un settore cosi carente e delicato ci si concede il lusso di disperdere risorse?
Gli interventi da attuare in materia di edilizia scolastica, per potersi dire mirati e fruttuosi, dovranno necessariamente tenere conto di quattro fattori:
1. La riduzione della popolazione scolastica
2. Il superamento delle differenze territoriali tra nord e sud
3. La sostenibilità
4. L’evoluzione delle esigenze scolastiche
Ingenti saranno gli investimenti sulle infrastrutture, per adeguare l’offerta di asili e scuole dell’infanzia. Si procede all’adeguamento delle mense, per costruire nuove scuole al passo con i tempi, a basso o assente consumo energetico. Viene potenziata anche la pratica sportiva dentro le scuole, con la costruzione e il recupero di palestre, ricche di dotazioni innovative e personale formato ad hoc.
Punto cardine degli interventi è rappresentato dalla messa in sicurezza degli ambienti scolastici, probabilmente uno dei temi più importanti e che necessita di quella delicata attenzione che è dovuta e necessaria quando, all’interno degli edifici, giocano e studiano i nostri figli e nipoti.
Una riflessione critica importante riguarda la sostenibilità ambientale e l’evoluzione delle esigenze scolastiche: come e quanto è possibile che progetti “vecchi” possano garantire sostenibilità, innovazione e adeguatezza rispetto alle esigenze didattiche cambiate durante la pandemia da Covid19? Vanno certamente introdotti elementi correttivi e di verifica con il coinvolgimento delle Comunità che saranno coinvolte da tali progetti e dalla loro attuazione sul territorio.
Messa in sicurezza e riqualificazione
Il MIUR ha aperto la piattaforma per inserire le modifiche ai piani di intervento inclusi nel PNRR per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edilizia scolastica. Con la nota n° 12925 , il Ministero dell’Istruzione ha comunicato la possibilità di modificare i piani autorizzati con decreto del Ministro dell’Istruzione 8 gennaio 2021, n°13 e con decreto del Ministro dell’Istruzione 15 luglio 2021, n° 217, inclusi nel contesto del PNRR – Missione 4, Istruzione e Ricerca.
La possibilità è stata data in virtù della richiesta avanzata da molti Enti, così da poter proporre altri interventi, purché nel rispetto dei target indicati. Ossia:
• Aggiudicazione dei lavori entro e non oltre il 31 dicembre 2022;
• Inizio dei lavori entro e non oltre il 31 marzo 2023,
• Conclusione degli interventi e rendicontazione entro il 31 marzo 2026.
Ci auguriamo di assistere a un restyling non solo strutturale, ma che tocchi anche la mentalità e l’approccio avuto fino ad oggi nel nostro paese in materia di edilizia scolastica e infrastrutture.
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