- Floriana Giambarresi
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Dando uno sguardo al nuovo libro del grande Nunziata in uscita a breve, sono rimasta affascinata dalla storia della costruzione del ponte di Brooklyn, una bella storia di ingegneri e ingegneria che ho pensato valesse davvero la pena raccontare. Il ponte di Brooklyn lo conosciamo tutti e personalmente ho avuto la fortuna di ammirarlo durante una vacanza a New York, ma la sua storia presenta così tanti eventi misteriosi legati alla sua ideazione e alla guida dei lavori che non ho potuto fare a meno di condividerla con te.
Storia del ponte di Brooklyn
Il ponte di Brooklyn è sicuramente un monumento simbolo per l'ingegneria strutturale ma non pensavo che dietro alla sua costruzione ci fossero state così tante difficoltà; la storia è avvincente perché, oltre a soffermarsi sugli aspetti puramente tecnici e legati dunque alla scienza delle costruzioni di quei tempi (quando muoveva i suoi primi passi, praticamente), è piena di sentimenti come dolore, gioia, amore, coraggio.
L'inverno del 1852 fu particolarmente freddo a New York e per giorni l'Est River (il fiume tra l'isola di Manhattan e il quartiere di Brooklyn) rimase congelato bloccando il passaggio dei traghetti che collegavano le due sponde. Su uno di questi traghetti rimase bloccato per ore John Roebling, un ingegnere di ponti, in piedi accanto a suo figlio Washington appena quindicenne. Fissando il panorama, a Roebling venne l'idea di attraversare il fiume con un ponte e da iniziò la storia della costruzione ponte di Brooklyn, che richiese delle capacità fisiche e mentali che coinvolsero tutta la famiglia: il padre John Augustus Roebling, la moglie Emily Warren Roebling (la prima donna a esser ammessa all'ASCE) e il figlio Washington Roebling. Infatti, il ponte sull'East River rimase bloccato per settimane - impedendo oltre 1000 corse di traghetti al giorno - quindi si decise che era giunto il momento di fare qualcosa.
Costruzione ponte di Brooklyn
Nel 1867 fu fondata la nuova società New York Bridge Company per dare inizio alla costruzione ponte di Brooklyn, con John Roebling come capo ingegnere. Tre mesi più tardi l'ingegnere presentò il progetto del ponte sospeso, che sarebbe stato monumentale (un ponte lungo circa 1800 metri e con un impalcato sostenuto da quattro cavi sospesi tra due torri di calcare e granito), ma molti ingegneri esperti pensavano che la lunghezza della campata proposta da Roebling sarebbe stata impossibile da realizzare.
Le torri del ponte sarebbero state alte circa 84 m, notevolmente più alte rispetto a qualsiasi altra struttura nello skyline della New York di fine ’800, una vista, senza dubbio, notevole da immaginare ancora oggi. Solo la torre di New York doveva contenere, secondo le stime, 80.000 tonnellate di calcare e granito. Le torri sarebbero state appoggiate sulla roccia, che si trovava a una profondità di 12 m sotto la linea di galleggiamento sul lato di Brooklyn, e 22 m sotto la linea di galleggiamento sul lato di New York. Nessun ponte era mai stato costruito a tale profondità.
I cavi di sospensione del ponte sarebbero stati rivoluzionari, per la prima volta essi sarebbero stati realizzati interamente in acciaio. L’impalcato del ponte sarebbe stato largo più di 24 m, e Roebling dichiarò che la struttura, quando costruita in conformità con i suoi disegni, non solo sarebbe stato il più grande ponte in esistenza, ma anche la più grande opera di ingegneria del continente e del mondo.
Ed ecco arrivati al punto in cui spiego perché all'inizio di questo articolo parlavo di tragedie. L'anno in cui il progetto del ponte fu finalmente approvato in tutti i suoi dettagli strutturali e costruttivi, avvenne un grave incidente. Mentre Roebling stava studiando il posizionamento della torre lato Brooklyn sostando sulla banchina in legno dello scalo di Fulton un traghetto perse il controllo e impattò sulla banchina schiacciando il piede del malcapitato. Gli furono amputate le dita dei piedi, Roebling rifiutò l’anestetico e l’operazione fu eseguita lo stesso. Si ammalò di tetano e il 22 luglio 1869 morì. Con la morte di Roebling il progetto del ponte fu in bilico.
A ereditare il progetto della costruzione ponte di Brooklyn fu il figlio Washington Roebling, che era già coinvolto comunque. Il suo primo compito fu quello di costruire le fondazioni per le torri del ponte. I cassoni pneumatici (o campane pneumatiche), già usati all’epoca in Europa, vengono utilizzati per costruire le fondazioni, poggiandole su terreni duri o rocce, quando si deve operare in acque relativamente profonde; non fu però un lavoro semplice perché all'interno della camera di lavoro pressurizzata lavoravano oltre 100 uomini scavando il letto del fiume. Appena il materiale veniva rimosso, il cassone si spostava verso il basso nel foro (fino a raggiungere il substrato roccioso - e contemporaneamente si costruiva sopra la torre di calcare e granito. Gli operai scendevano nella camera sommersa, dove respiravano aria in pressione, oltre a dover sopportare temperature e umidità elevate… un vero inferno! Senza contare che l'operazione della risalita era delicatissima e fu causa di gravi incidenti e morti.
La discesa nel cassone di Brooklyn fu afflitta da ogni genere di incidenti. Ad esempio scoppiò un incendio provocato dalle fiammelle delle lanterne; le pareti interne rivestite in canapa catramata presero fuoco e per spendere l'incendio tutta la camera di lavoro fu inondata con l'acqua del fiume e successivamente furono riparati i danni. Un'altra fonte di pericolosi incidenti fu la sovrappressione nella camera di lavoro, dovuta a errori di calcolo, che causò la fuoriuscita d'aria dai bordi inferiori del cassone.
Insomma guai su guai, sembrava una storia (sfortunata) e infinita quella della costruzione ponte di Brooklyn. Fortunatamente all’inizio del 1871 il cassone lato Brooklyn raggiunse la roccia e lo scavo poté essere interrotto così iniziò il lavoro sul cassone di New York nel settembre dello stesso anno ma anche questa volta fu un'impresa e ci furono tantissimi incidenti, tra cui vari casi di una malattia di cui all'epoca si sapeva poco, embolia generata dalle bolle di azoto, che iniziò a colpire sempre più operai fino a portare alcuni di essi alla paralisi. Comunque il lavoro continuò fino a raggiungere uno strato compatto di sabbia e ghiaia, dove Roebling decise di arrestare lo scavo contraddicendo le indicazioni progettuali fatte dal padre che prevedevano di procedere fino alla roccia. Il cassone di New York fu completato nel 1872, tre anni dopo la morte di John Roebling.
Nel 1875 iniziarono i lavori per l’ancoraggio di New York, le vecchie case di lamiera e i magazzini furono abbattuti per far posto a esso. Nel frattempo proseguiva anche la costruzione delle torri e degli ancoraggi, che fu completata nel 1876. Ma la sfida del ponte era tutt’altro che finita. Il 14 giugno 1878 un trefolo di fili si staccò dall’ancoraggio di New York, piombò sul fiume, mancò di poco un traghetto, uccise un operaio sul colpo e ne ferì mortalmente altri tre e lievemente un quinto. Ne nacque uno scandalo e Roebling fu accusato di avere utilizzato acciaio scadente proveniente dalla sua società. In realtà si scoprì che la società rivale, la Haigh Wire Company, fornitrice dei fili di acciaio, aveva truccato i test sulla qualità dell’acciaio fornendo fili di qualità inferiore.
Nel mese di aprile 1883, la costruzione del ponte di Brooklyn fu completata, e iniziarono i preparativi per la sua apertura ufficiale il mese successivo. Quello che è uno dei ponti dalle fondamenta più stabili e il primo a esser stato costruito in acciaio, si regge dunque non solo su questi materiali ma anche sulle potenti storie che lo hanno caratterizzato sin dai suoi primi anni di vita.
Come anticipato, ho appreso di questa storia sfogliando il nuovo libro di Nunziata, che oltre a ciò che ti ho raccontato si sofferma sui principi strutturali e dettagli costruttivi non solo di questo meraviglioso ponte ma anche di altre incredibili opere storiche. Se vuoi, puoi sfogliarlo in anteprima cliccando su questo link.
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