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- Marilisa Dones
- Informazione Tecnica
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Quando ho letto nel calendario editoriale che avrei dovuto un scrivere un articolo sull'importanza degli archi e le volte in zona sismica, mi è venuto alla mente che uno degli ultimi esami della mia carriera universitaria è stato quello di archeologia classica. Una delle materie più difficili che abbia mai sostenuto, perché comprendeva sia la storia dell'arte greca sia quella romana. Uno sproposito per molti e anche per la sottoscritta. Ma non è questo il punto.
Il corso monografico (esiste ancora?) era sull'architettura romana. Faccio un mea culpa, ho avuto sempre un debole per la cultura greca e ho sempre ritenuto tutta la produzione artistica e letteraria latina di second'ordine. Eppure devo confessare che puntualmente- sia quando ho studiato letturatura latina sia quando ho approfondito la storia dell'arte romana - mi ritrovavo a dovermi ricredere sulla genialità dei romani.
Lasciando stare quello che concerne la letturatura latina - che suppongo che a voi "tecnici" interessi ben poco - la grandezza romana (oltre che nella conquista) diede spazio soprattutto nell'architettura, di cui gran parte del mondo occidentale detiene ancora oggi tanti esempi proprio di archi e volte in zona sismica.
Eccolo il punto. Esistono strutture costruite anche in zone sismiche secoli e secoli or sono che ancora oggi stanno in piedi, che sono state scalfite poco o nulla dai terremoti che sono susseguiti nel tempo. Insomma i momumenti storici sono una incontestabile testimonianza del fatto che arco e volta hanno svolto un ruolo decisivo per lo sviluppo e il progresso dell’architettura. L'uso dell'arco affonda la sua storia agli Assiri e alla Mesopotamia, per poi passare dall'antica Grecia.
I romani hanno fatto proprie le tecniche greche ed etrusche nella realizzazione di arco e volta, apportando dei perfezionamenti tali da diventare completamente padroni per quel che riguarda i materiali impiegati sia per le modalità realizzative.
Inoltre, l’esperienza maturata in seguito all’applicazione su vasta scala di archi e volte gli permise di comprendere i problemi legati all’utilizzo di queste strutture e di mettere a punto ingegnose soluzioni per migliorarne la stabilità.
L'arco preferito dai romani era l'arco a tutto sesto, nei quali i mattoni o i conci presentavano giunti tutti convergenti verso il centro di curvatura.
In un primo momento nell’architettura romana si fece largo uso di archi realizzati con conci di pietra o con mattoni disposti radialmente, inserendo tra questi, all’estradosso, schegge più piccole e malta. Fu con il miglioramento delle tecniche costruttive e, soprattutto, con l’introduzione della pozzolana - una delle più grandi invenzioni dell'architettura romana - che si diffuse la tecnica delle volte a concrezione in opus caementicium.
Uno dei primi esempi di volte in opus caementicium è il tempio di Giove Anxur a Terracina che risale alla prima metà del I secolo a.C., ma fu nell’età imperiale che questa tecnica, associata a quella a grandi blocchi, si diffuse e si sviluppò in tutto l’impero.
L’invenzione della volta infatti è stato un elemento costruttivo chiave indispensabile per l'architettura.
La geometria spaziale, l’ambizione instancabile dell’uomo di trovare nuove forme di geometria, un desiderio d’invenzione continuo, accompagnato dalla necessità di trovare in ciascun caso anche il materiale idoneo e la tecnica d’esecuzione adeguata per l’effettiva realizzazione di ciò che è stato immaginato hanno dato modo di avere oggi una grandissima ed inestimabile eredità architettonica con volte di grande ricchezza e d’una stupefacente varietà.
Ma questa varietà e moltitudine non fa riferimento a dei fattori molto importanti, quali:
Arco dei Gavi, Verona, metà del primo secolo.
Acquedotto di Segovia, Spagna, costruito dai romani tra la seconda metà del primo secolo d.C. ed i primi anni del secondo secolo.
Cattedrale Notre-Dame de Paris, 1163-1345, esempio di architettura gotica per eccellezza.
Ponte vecchio di Firenze che attraversa il fiume Arno, uno dei ponti più famosi del mondo, risale al 1345.
Ponte di Gaoliang, Cina.
Interno Moschea di Cordoba, costruita nel 785 e che oggi ospita la l'attuale cattedrale dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima in Cordoba.
La Grande Moschea rappresenta una delle principali espressioni dell'arte arabo-islamica e dell'architettura gotica e rinascimentale dell'Andalusia.
Ma potrei continuare per giorni e giorni a fare esempi.
Dove voglio andare a parare?
Semplicemente a questo: se guardiamo alle stutture del passato e analizziamo gli edifici costruiti con archi, possiamo forse negare che esista un tipo di struttura più bella e artistica e (forse) più antisismica di queste?
Il corso monografico (esiste ancora?) era sull'architettura romana. Faccio un mea culpa, ho avuto sempre un debole per la cultura greca e ho sempre ritenuto tutta la produzione artistica e letteraria latina di second'ordine. Eppure devo confessare che puntualmente- sia quando ho studiato letturatura latina sia quando ho approfondito la storia dell'arte romana - mi ritrovavo a dovermi ricredere sulla genialità dei romani.
Siamo nani sulle spalle di giganti del passato
Lasciando stare quello che concerne la letturatura latina - che suppongo che a voi "tecnici" interessi ben poco - la grandezza romana (oltre che nella conquista) diede spazio soprattutto nell'architettura, di cui gran parte del mondo occidentale detiene ancora oggi tanti esempi proprio di archi e volte in zona sismica.
Eccolo il punto. Esistono strutture costruite anche in zone sismiche secoli e secoli or sono che ancora oggi stanno in piedi, che sono state scalfite poco o nulla dai terremoti che sono susseguiti nel tempo. Insomma i momumenti storici sono una incontestabile testimonianza del fatto che arco e volta hanno svolto un ruolo decisivo per lo sviluppo e il progresso dell’architettura. L'uso dell'arco affonda la sua storia agli Assiri e alla Mesopotamia, per poi passare dall'antica Grecia.
I romani hanno fatto proprie le tecniche greche ed etrusche nella realizzazione di arco e volta, apportando dei perfezionamenti tali da diventare completamente padroni per quel che riguarda i materiali impiegati sia per le modalità realizzative.
Inoltre, l’esperienza maturata in seguito all’applicazione su vasta scala di archi e volte gli permise di comprendere i problemi legati all’utilizzo di queste strutture e di mettere a punto ingegnose soluzioni per migliorarne la stabilità.
L'arco nell'architettura romana
L'arco preferito dai romani era l'arco a tutto sesto, nei quali i mattoni o i conci presentavano giunti tutti convergenti verso il centro di curvatura.
In un primo momento nell’architettura romana si fece largo uso di archi realizzati con conci di pietra o con mattoni disposti radialmente, inserendo tra questi, all’estradosso, schegge più piccole e malta. Fu con il miglioramento delle tecniche costruttive e, soprattutto, con l’introduzione della pozzolana - una delle più grandi invenzioni dell'architettura romana - che si diffuse la tecnica delle volte a concrezione in opus caementicium.
Uno dei primi esempi di volte in opus caementicium è il tempio di Giove Anxur a Terracina che risale alla prima metà del I secolo a.C., ma fu nell’età imperiale che questa tecnica, associata a quella a grandi blocchi, si diffuse e si sviluppò in tutto l’impero.
Archi e volte in zona sismica: elementi costruttivi indispensabili
L’invenzione della volta infatti è stato un elemento costruttivo chiave indispensabile per l'architettura.
La geometria spaziale, l’ambizione instancabile dell’uomo di trovare nuove forme di geometria, un desiderio d’invenzione continuo, accompagnato dalla necessità di trovare in ciascun caso anche il materiale idoneo e la tecnica d’esecuzione adeguata per l’effettiva realizzazione di ciò che è stato immaginato hanno dato modo di avere oggi una grandissima ed inestimabile eredità architettonica con volte di grande ricchezza e d’una stupefacente varietà.
Ma questa varietà e moltitudine non fa riferimento a dei fattori molto importanti, quali:
- forme le forme geometriche e alle strutture costruttive della volta
- caratteristiche statiche
- capacità di resistere all’effetto del clima e ai movimenti del terreno.
I movimenti del terreno in particolare nei secoli si sono manifestati con scosse sismiche piccole, medie e forti e a volte anche devastanti.
Da un po' di tempo a questa parte, però, la nuova edilizia sembra aver messo da parte l'uso degli archi, soprattutto da quando la "moda" tende alla realizzazione di strutture alla Le Corbusier.
Arco dei Gavi, Verona, metà del primo secolo.
Acquedotto di Segovia, Spagna, costruito dai romani tra la seconda metà del primo secolo d.C. ed i primi anni del secondo secolo.
Cattedrale Notre-Dame de Paris, 1163-1345, esempio di architettura gotica per eccellezza.
Ponte vecchio di Firenze che attraversa il fiume Arno, uno dei ponti più famosi del mondo, risale al 1345.
Ponte di Gaoliang, Cina.
Interno Moschea di Cordoba, costruita nel 785 e che oggi ospita la l'attuale cattedrale dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima in Cordoba.
La Grande Moschea rappresenta una delle principali espressioni dell'arte arabo-islamica e dell'architettura gotica e rinascimentale dell'Andalusia.
Ma potrei continuare per giorni e giorni a fare esempi.
Dove voglio andare a parare?
Semplicemente a questo: se guardiamo alle stutture del passato e analizziamo gli edifici costruiti con archi, possiamo forse negare che esista un tipo di struttura più bella e artistica e (forse) più antisismica di queste?
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